Roma, 05/09/2023. «La pazienza sta per finire. Al Governo che si appresta a varare il DDL per la legge di bilancio 2024 rammentiamo che i CCNL dei dipendenti pubblici sono scaduti da 20 mesi.» dichiarano Massimo Battaglia (Confsal-UNSA) e Giuseppe Carbone (FIALS-Confsal).
«Una pessima e deprecabile prassi governativa, già condannata dalla Corte costituzionale, tende a rinviare, se non a bloccare, i rinnovi contrattuali dei lavoratori pubblici; quando per disinteresse nei loro confronti e quando “per fare cassa” sulle loro spalle, aggravando le disuguaglianze con alcuni CCNL del settore privato.»
«Nel tempo abbiamo evidenziato come i rinnovi contrattuali, nelle quantità e nelle tempistiche, non abbiano rispettato il corretto trend rivalutativo e oggi tali dinamiche sono maggiormente gravate da una inflazione che sta erodendo pesantemente le retribuzioni.»
«Di fronte alle criticità attuali non possiamo più accettare divagazioni, rinvii o altre giustificazioni sui rinnovi contrattuali e sulle risorse da mettere a disposizione, i dati sull’inflazione sono impietosi:
- nel 2022, inflazione al 8,1%
- nel corso del 2023, inflazione al 5,8%.»
«Per tradurre in cifre questi dati ci affidiamo all’ISTAT; secondo l’Istituto una retribuzione 2023 per avere analogo potere del 2021 deve essere rivalutata con un coefficiente pari a 1,139, ovvero:
prendendo ad esempio una retribuzione media 2021 pari a € 32.000,00:
32.000 * 1,139 = € 36.448,00, equivalente ad un incremento annuale di € 4.448,00 e mensile di € 342,15.»
Battaglia e Carbone, concludono «Pronti alla mobilitazione. La questione salariale nel pubblico impiego non è più rinviabile»
COMUNICATO STAMPA UNSA FIALS – ddl legge di bilancio e rinnovi ccnl pubblico impiego
Campagna Rinnovo CCNL 2022-2024 UNSA FIALS