All’On. Ministra per la Pubblica Amministrazione
Fabiana Dadone
Gentile Ministra,
È stato pubblicato venerdì scorso sul sito internet istituzionale del Ministero della Pubblica amministrazione (www.funzionepubblica.gov.it) un protocollo d’intesa tra il Ministero della Pubblica amministrazione e le sole organizzazioni sindacali confederali (CGIL, CISL e UIL) – senza alcuna preventiva concertazione con la CONFSAL e le sue Federazioni di categoria – con la pretesa di disciplinare ed uniformare i criteri applicativi delle disposizioni in materia di emergenza da COVID-19, adottate in tema di svolgimento del lavoro nella P.A., nella delicata fase emergenziale.
Il protocollo, che pure all’art. 1 enuncia “l’opportunità, per il periodo di emergenza, che le amministrazioni promuovano modalità di comunicazione e confronto con le rappresentanze sindacali sui punti del presente protocollo al fine di condividere informazioni e azioni volte a contemperare la necessità di tutela del personale e dell’utenza, con quella di garantire l’erogazione di servizi pubblici essenziali e indifferibili” risulta immediatamente violato dall’esclusione della nostra Confederazione e, per tale ragione, lo stesso deve ritenersi inefficace.
L’esclusione di CONFSAL e delle sue Federazioni di categoria da un necessario momento di politica concordata è atto di per sè gravissimo ed antisindacale che, nell’attuale momento, costituisce un vero e proprio attentato alla democrazia ed alla tutela dei lavoratori i quali, tagliati fuori da ogni possibile contraddittorio, non possono che affidare le proprie istanze al sindacato cui aderiscono.
I contenuti del protocollo che si è ritenuto di adottare – al di là di molte ovvie considerazioni, come tali inevitabilmente condivisibili – vertono infatti su questioni primarie afferenti la gestione emergenziale del rapporto di lavoro. Il riferimento è alle modalità di svolgimento del lavoro agile, alla fruizione delle ferie ed alle misure di contenimento del contagio; temi questi delicatissimi e che hanno alimentato il dibattito di questi giorni.
La scelta di escludere da ogni considerazione una delle maggiori Confederazioni sindacali dal dibattito configura una chiara condotta antisindacale e lede gravemente l’immagine di CONFSAL e delle sue Federazioni di categoria, oltre a costituire una inaccettabile “caduta di stile” delle parti coinvolte.
Sul punto è peraltro chiara la giurisprudenza sia di merito che di legittimità laddove afferma che “l’esclusione di un sindacato dall’adesione a un Protocollo d’intesa e alle riunioni di un Tavolo tecnico di trattative successive, ponendo come condizione la “più completa e incondizionata adesione a tutti i contenuti dell’intesa” nonché il “necessario e indispensabile consenso” delle altre organizzazioni sindacali, da un lato lede l’immagine del sindacato, per il disconoscimento della pregressa attività di trattativa e, dall’altro, altera le regole della dialettica sindacale imponendo condizioni, oltretutto non richieste agli altri sindacati e come tale realizza un comportamento antisindacale (Pret. Milano 25/3/99 (decr.), est. Marasco, in D&L 1999, 526, in termini Corte di Cassazione Sezione Lavoro 09/01/2008, n.212)
Per tale ragione, è necessaria la immediata revisione del protocollo che si è ritenuto di adottare consentendo alla CONFSAL e alle sue Federazioni l’articolazione delle proprie considerazioni e la necessaria condivisione.
Diversamente, in carenza di immediato riscontro, abbiamo già provveduto a conferire mandato all’avv. Antonio Mirra per la tutela dei diritti della Confederazione e delle sue Federazioni di categoria.
Roma, 6.04.2020
Il Vice Segretario Generale Vicario CONFSAL
Responsabile Confederale Pubblico Impiego
Massimo Battaglia