La Federazione Confsal UNSA, denunciando la miopia e l’inerzia della politica circa la risoluzione di istanze e richieste in relazione alle problematiche che a diverso titolo riguardano i lavoratori del ministero della Giustizia, proclama lo stato di agitazione del personale del comparto Funzioni centrali del dicastero di via Arenula. Nel mirino «l’irrisorietà» del salario accessorio liquidato ai dipendenti del ministero e le poche assunzioni.
Il comunicato
La decisione dello stato di agitazione, ha sottolineato la federazione in un comunicato, è motivata e fondata sulle seguenti circostanze in fatto e in diritto: con nota del 1° febbraio 2024, inviata al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, Confsal UNSA ha denunciato l’irrisorietà del salario accessorio liquidato al personale, come risulta dai dati ufficiali del conto annuale 2021 Mef – Rgs, chiedendo pertanto un intervento normativo urgente al fine di prevedere risorse aggiuntive sul Fondo risorse decentrate; nel corso degli incontri che si sono tenuti in primavera presso il ministero della Giustizia, Confsal UNSA ha sollecitato inoltre nuove assunzioni, stabilizzazioni, e l’implementazione del Fondo risorse decentrate del personale, nonché l’immediata convocazione del tavolo negoziale sul F.R.D. per gli anni 2023-2024.
Le criticità
«La mancanza di adeguate risposte politiche – si legge nel comunicato – circa le criticità del sistema Giustizia, da tempo segnalate da questa organizzazione sindacale, quali la carenza cronica di risorse umane, l’assoluta inadeguatezza del salario accessorio e la mancata valorizzazione professionale dei lavoratori, hanno reso meno appetibile lavorare nel ministero, relegandolo a fanalino di coda tra le amministrazioni centrali dello Stato, con la conseguente “fuga” dei dipendenti dalla Giustizia». Il sistema Giudiziario, dell’Esecuzione penale, dell’Unep e degli Archivi notarili sono ormai al collasso, con organici insufficienti, denuncia sempre Confsal UNSA. Il sindacato definisce infine «pesantissimo» lo squilibrio retributivo tra il personale del ministero della Giustizia e quello di altre amministrazioni.