Roma, 16.05.2019. La riunione non ha raggiunto l’esito di trovare l’accordo sulla determinazione dell’indennità di posizione organizzativa del 2019. Infatti dalla discussione è emersa principalmente la mancanza d’informazione riguardo ai numeri delle POC e della distribuzione di queste fra quante ne siano previste per i Poli, quante per le Soprintendenze o per le Direzioni Generali e così via. La proposta dell’amministrazione se pur ben articolata sui “contenuti” e i principi per determinare destinatari, i criteri per la graduazione delle aree di valutazione e i Fattori di apprezzamento per ogni area di valutazione al fine di esperire il riconoscimento dell’attribuzione della indennità a coloro che effettivamente ricoprono un ruolo all’interno dell’amministrazione con compiti gestionali e di responsabilità per specifiche attività istituzionali e o per la competenza tecnico-scientifica per l’incarico ricoperto, in una prima lettura appariva assolutamente carente per non fornire in dettaglio quante di queste POC erano previste e come erano distribuite. In assenza di questi dati le OO.SS. quali soprattutto l’UNSA e la CGIL non hanno accettato di sottoscrivere l’accordo e perciò si è rimandata la riunione che dovrà effettuarsi solo quando l’amministrazione avrà fornito l’informazione numerica.
Uno dei problemi che sono emersi durante il dibattito ha riguardato la determinazione dell’indennità POC distinta per il 2018 e per il 2019. Infatti per il 2018 esisteva il discorso già affrontato precedentemente per il quale si introducevano nuovi criteri rispetto a quelli molto limitativi e riferiti solo all’afflusso di visitatori per i musei sotto o sopra i 100.000 utenti. La nostra proposta comunque in sintesi è stata quella che una volta avuti in dettaglio i numeri sulle POC, di cui appresso intanto ne forniamo l’elenco dettato faticosamente nel corso della riunione dopo assidua richiesta sindacale, si basa sul metodo di approccio al risolvimento dell’accordo passando dalla SINTESI all’ANALISI e non viceversa. Per chiarire questo concetto ci riferiamo all’ANALISI quando parliamo dei criteri e delle modalità dell’accordo e alla SINTESI quando invece attraverso proprio l’elaborazione della prima si conclude l’accordo in questione. E questo processo metodologico ribaltato ossia dalla SINTESI all’ANALISI ci porta alla risoluzione dell’accordo nuovo valido per il 2019. In un secondo momento, poi, una volta raggiunta la formalizzazione del nuovo accordo esatto e valido a partire dal 2019 questo potrà applicarsi al 2018 in maniera percentuale rispetto ai numeri sia delle POC da attribuire, sia alle consistenze degli organici di diritto e di fatto, sia ai reali stanziamenti economico-finanziari già accreditati. In breve sostanza senza entrare troppo nello specifico il problema delle POC soprattutto per i musei sta nel fatto che al momento si considerano ben 118 POC su 325 musei in quanto esistono più musei gestiti ad interim o musei senza direttori e gestiti direttamente dai direttori dei POLI MUSEALI REGIO9NALI. Insomma un insieme di realtà diverse per le quali si arriva ad un complessivo di circa 900 POC possibili da attribuirsi. In sintesi abbiamo: 118 POC dei Poli museali più 17 (gestione amministrativa all’interno dei poli), più 10 POC per i musei autonomi. A seguire 95 per gli archivi, 35 per le Biblioteche, 45 per le Soprintendenze archivistiche, 273 per le altre Soprintendenze, 34 per i Segretariati Regionali. Quindi un insieme di dati numerici di posizioni organizzative abbastanza complesso che in assenza di questo ci risulta difficile poi arrivare ad un accordo nel suo insieme che ci porta ad attribuire esattamente queste POC. Al momento quindi ci riteniamo disponibili a fornire maggiori informazioni al riguardo non appena l’amministrazione ci fornirà la bozza della proposta dell’accordo completo dell’elenco numerico richiesto.
PASSAGGI D’AREA AREA II-AREA III Questo sindacato, apprezzando lo sforzo fatto fino ad ora dall’Amministrazione di risolvere positivamente l’annosa questione dei c.d. Funzionari ombra, nelle more dei recenti decreti di collocazione in terza area, osserva che alla luce dei molti vuoti dovuti alla mancanza di candidati in alcune regioni dove ci sono carenze di organico – cosa che ha impedito a molti aspiranti di poter essere inquadrati, si chiede quale criterio adotterà l’Amministrazione per favorire lo scorrimento delle graduatorie per coprire questi posti rimasti vacanti, se cioè si procederà con lo stilare delle graduatorie nazionali da cui attingere, così come fatto in passato. Dai dati in nostro possesso, i posti vacanti per assenza di idonei nelle diverse Regioni sono così quantificati: Architetti 7, Archeologi 11, Storici dell’Arte 12, Restauratori 2, Funzionari per le tecnologie 8, Informatici 5, Bibliotecari 3, Amministrativi 1, Archivisti 11, per complessivi 60 posti a fronte dei 460 previsti. Altresì, in considerazione dei vuoti di organico che quotidianamente si stanno verificando per l’andata in quiescenza di molti dipendenti, anche alla luce della così chiamata quota cento, e del ristretto numero di funzionari ombra ancora presenti nelle graduatorie delle varie qualifiche, si sollecita questo Ministero a voler trovare la migliore soluzione per estinguere queste graduatorie e permettere a tutti (come successo per quelle dell’ultimo concorso c.d. dei 500) di poter scorrere a loro volta e aver riconosciuto a distanza di oltre dieci anni il sacrosanto diritto costituzionale alla progressione di carriera. Cordiali saluti
UNSA Beni Culturali