F.R.D. 2019, UNSA NON FIRMA – PROGRESSIONI ECONOMICHE SOLO PER POCHI
L’UNSA ha operato nel corso della trattativa sul Fondo 2019 e Progressioni economiche 2020 affinché tutte le lavoratrici e i lavoratori del Ministero si potessero riconoscere nei testi ed avere pari opportunità e prospettive.
Parallelamente l’UNSA ha ribadito al Ministro la richiesta di intervenire con forza nelle dinamiche di governo per ottenere uno stanziamento straordinario in Legge di Bilancio di 5 milioni di euro per il personale -2,5mln per il Fondo e 2,5mln per la perequazione dell’indennità di amministrazione-, alla stregua di quanto sta avvenendo per altre amministrazioni. Risorse necessarie se si vogliono programmare negli anni –come vorremmo- progressioni economiche per tutto il personale.
Le nostre richieste più volte segnalate con forza all’Amministrazione e alle altre forze sociali non sono state accolte. Sull’impianto dei criteri e dei punteggi utili a definire la graduatoria delle progressioni economiche: non ci convince l’appiattimento dei titoli di studio e abbiamo enormi perplessità sull’esperienza professionale, per cui vengono inseriti punteggi minimi e discriminatori per gli anni in altra fascia economica o in altra amministrazione; a ciò si aggiunge un penalizzante sistema dei “tappi” che abbiamo puntualmente contestato, tale per cui un lavoratore si vede conteggiato al massimo 10 anni (0,4 per anno) di esperienza professionale in altra fascia economica per un massimo di 4 punti, o addirittura solo 5 anni di lavoro se proveniente da altra amministrazione, ma con un punteggio massimo di 1 (0,2 per anno).
Non sono in discussione le progressioni economiche in quanto tali, che reputiamo un ottimo strumento contrattuale; anzi sono le benvenute laddove si può fare una programmazione su più anni in modo da coinvolgere a scaglioni tutto il personale, nessuno escluso.
La scelta dell’UNSA di non firmare gli accordi è, in sintesi estrema, dettata da questi 3 motivi:
- L’individuazione di criteri e punteggi che consideriamo discriminatori ai fini della graduatoria utile per ottenere la progressione economica, e che non tengono in debito conto né il necessario equilibrio tra i punteggi dei 3 pilastri (di fatto prevale quello dell’esperienza professionale) né della giusta valorizzazione degli anni di esperienza professionale al servizio del ministero e delle pubbliche amministrazioni (si arriva ai casi estremi in cui metà carriera non viene ritenuta idonea a produrre punteggio);
- L’aurea da “ultima spiaggia” di queste progressioni economiche, poiché visto l’utilizzo di tutte le risorse disponibili, non sappiamo tra quanti anni si potranno realizzare nuovamente;
- L’assenza di risposte concrete da parte del Ministro in merito a nuovi stanziamenti da destinare al personale: ciò impedisce una programmazione di progressioni per chi verrà escluso da queste e renderà inevitabile quella consistente diminuzione del salario accessorio pro capite che volevamo evitare, che a partire dal 2020 passerà –senza risorse straordinarie e in virtù degli accordi sottoscritti- da una media di circa 1.590€ pro capite a 880€.
Segnaliamo che molti lavoratori dopo questi pessimi accordi si sono rivolti a questa O.S. per rivendicare i propri diritti attraverso il nostro legale.
Vi terremo informati dei prossimi passaggi.
Roma, 11/12/2019
Il Segretario Generale
Massimo Battaglia