Ieri pomeriggio 13 giugno 2019 si è svolta la riunione del Comitato Paritetico per l’Innovazione. L’Amministrazione ci ha consegnato una bozza di circolare sulle indicazioni operative necessarie per meglio disciplinare i servizi allo sportello, come da noi richiesto in precedenti note del 9 e 13 giugno u.s..
Abbiamo preteso che la circolare sia molto chiara, onde evitare diverse interpretazioni quindi diverse applicazioni della stessa, ed articolata nel dettaglio, in modo da stabilire con certezza l’organizzazione dei vari servizi, distinguendo accuratamente quelli di primo livello (reception, self service, sportelli veloci e quelli di linea) da quelli di secondo livello (assistenza specialistica e consulenza) da dare solo su appuntamento. Abbiamo ribadito alla Delegazione quanto già fatto presente nelle lettere sopra citate, invitando l’Amministrazione a dare disposizioni che prevedano la maggiorazione oraria per tutto il personale, indipendentemente dal profilo rivestito, che svolge a vario titolo servizio a contatto diretto con l’Utenza.
Abbiamo iniziato ad esaminare anche l’orario di apertura al pubblico e l’orario di servizio per tutte le Sedi dell’Istituto, rappresentando che le difficoltà che investono le Sedi, con la cronica carenza di personale, procedure informatiche non sempre efficienti e un’utenza sempre più maldisposta, non si risolvono con la soluzione dell’apertura straordinaria del sabato, ma con una organizzazione migliore delle linee di prodotto/servizio ed una migliore allocazione del personale. Restando invece nell’ambito dell’aumento delle ore di lavoro per effettuare straordinario, probabilmente sarebbe meglio prolungare l’orario di servizio delle sedi nei giorni dal lunedì al venerdì piuttosto che aprire anche il sabato.
Bisogna pertanto evitare che l’organizzazione del lavoro di sportelleria, impostata su ritmi sempre crescenti che i lavoratori sono tenuti a dover sopportare, vada a ledere inevitabilmente il benessere organizzativo, quindi la capacità di garantire il benessere fisico, psicologico e sociale dei lavoratori per tutti i livelli e i ruoli.
La bozza di circolare continuerà ad essere approfondita nel tavolo nazionale di confronto che verrà successivamente convocato sull’argomento.
L’esame del Piano della Formazione 2019/2021 è stata rinviato alla prossima seduta del Comitato, come pure le criticità rilevate per il personale informatico che lavora nelle sedi territoriali, altro argomento che merita una più approfondita analisi.
Ripartizione nuove assunzioni
Abbiamo ricevuto nel pomeriggio di ieri dopo le ore 17 un’informativa dall’Ufficio Relazioni Sindacali in merito alla Ripartizione territoriale personale neo assunto, alleghiamo i criteri che hanno prodotto la ripartizione a livello nazionale.
“UN METODO DI CALCOLO DEI CARICHI DI LAVORO E RAPPORTO CON LE RISORSE UMANE 1
Premessa
La corretta definizione del fabbisogno di risorse umane in relazione all’impegno necessario per far fronte alle richieste dell’utenza è senz’altro uno degli aspetti fondamentali per favorire, tra l’altro, l’uniformità di erogazione del servizio presso le diverse articolazioni produttive territoriali.
In un contesto di progressiva e continua perdita di tali risorse, tuttavia, assume particolare rilevanza l’individuazione di adeguate metodologie che evidenzino eventuali squilibri territoriali nel rapporto tra carico di lavoro e personale, consentendo interventi di riequilibrio maggiormente efficaci.
L’analisi di seguito esposta è nata dall’esigenza di valorizzare i carichi di lavoro delle singole Province dell’intero territorio nazionale – prendendo in considerazione non soltanto i dati endogeni prodotti dal nostro sistema di controllo di gestione, ma anche dati rilevati esternamente attraverso l’osservazione del contesto socio economico del territorio di riferimento – per metterli poi a confronto con il personale impiegato nelle Province stesse.
In tale ottica, il risultato di questo lavoro non può essere utilizzato per la definizione del fabbisogno di risorse umane che, peraltro, è già stato individuato con più specifiche analisi.
- Componenti “esogene” del carico di lavoro
Il primo passo per la costruzione del calcolo dei carichi di lavoro è stato quello di reperire, attraverso il Coordinamento Statistico Attuariale, informazioni sulle caratteristiche fondamentali del tessuto sociale di ogni singola Provincia. Sono stati estratti dagli Osservatori statistici: il numero di pensioni, assegni sociali, invalidità civili, posizioni assicurative aziendali, lavoratori domestici, agricoli, artigiani, commercianti, collaboratori, professionisti, Enti e dipendenti pubblici.
Per calcolare il potenziale impatto che le diverse categorie individuate hanno nei confronti dell’Istituto, sono stati considerati i coefficienti di omogeneizzazione medi nazionali delle specifiche prestazioni di servizio a cui le stesse potrebbero essere interessate: la somma dei prodotti fra le quantità rilevate e questi ultimi fornisce una misura del potenziale impegno delle nostre strutture produttive, espresso in termini di tempo, che potrebbe essere richiesto da coloro che, rientrando nelle suddette categorie, si interfacciano con le stesse.
Questo primo elemento, evidenziato a livello di singola Provincia, ha consentito di individuare una delle voci che sostanzieranno il carico di lavoro complessivo ed è stato individuato a partire da dati non provenienti dal sistema di controllo di gestione interno. Costituisce dunque una sorta di “carico di lavoro omogeneizzato esogeno”.
L’altra voce costitutiva della componente esogena del carico di lavoro complessivo è la popolazione residente nelle singole Province al primo gennaio 2018, rilevata da fonte ISTAT.
Per avere una quantificazione dell’impegno che la popolazione richiede all’INPS in termini di erogazione di prestazioni e servizi è stato considerato, a livello nazionale, il coefficiente di omogeneizzazione medio delle prestazioni a cui potrebbe essere interessato il singolo cittadino (la quasi totalità dei prodotti compresi nell’Area Prestazioni e servizi individuali).
Il prodotto tra popolazione residente e coefficiente di omogeneizzazione medio, espressione del tempo di lavoro richiesto, è stato indentificato con la “popolazione residente omogeneizzata” ed è stato rappresentato a livello di singola Provincia.
- Indicatori di complessità del contesto ambientale
Lo studio portato a termine dalla Direzione centrale Pianificazione e controllo di gestione sulla “Clusterizzazione” ha fornito un ulteriore elemento che consente di affinare maggiormente l’analisi sulla misurazione del carico di lavoro esogeno.
L’individuazione, infatti, di una rappresentazione della complessità del contesto ambientale basata su variabili socio economiche (quali dispersione della popolazione in piccoli centri ovvero concentrazione in aree metropolitane congestionate, livello di scolarizzazione, livello di criminalità, indice di dipendenza degli anziani, indice di qualità della vita, strutture di Patronato presenti nel territorio, ecc.) ha consentito di qualificare ulteriormente la componente esogena del carico di lavoro.
Dal prodotto tra i carichi di lavoro esogeni delle singole Province e i rispettivi indicatori di complessità del contesto ambientale, è stato possibile giungere ad una misurazione dell’“impegno” richiesto ad ogni Struttura produttiva territoriale che contenga anche informazioni circa la qualità della domanda di servizio e dunque, implicitamente, anche il tempo necessario al perfezionamento della domanda stessa (es. completezza della documentazione presentata, numero di accessi agli sportelli, utilizzo del canale telematico, …).
- Componenti “endogene” del carico di lavoro
Finora sono state analizzate le componenti esogene del carico di lavoro complessivo, anche se queste, necessariamente ponderate attraverso i coefficienti di omogeneizzazione medi, sono state comunque legate al sistema di controllo di gestione interno.
Non si è potuto tuttavia prescindere dal considerare, nella costruzione del calcolo, le componenti che costituiscono il carico di lavoro endogeno: pervenuto omogeneizzato e giacenza finale omogeneizzata.
La prima componente, espressione del tempo necessario alle Strutture di produzione per far fronte alla domanda corrente di servizio, è rappresentata dal pervenuto medio omogeneizzato delle Aree di produzione (al netto della Vigilanza ispettiva) nel triennio 2016-2018.
1 La ponderazione è stata calcolata attribuendo al pervenuto degli anni 2016, 2017 e 2018 rispettivamente i pesi 10%, 20% e 70%.
2 La giacenza finale e la produzione lorda sono considerate al netto dei prodotti afferenti alla Vigilanza ispettiva e al “Progetto lavorazione scarti ante 2017”.
La seconda componente, espressione del tempo necessario alle Strutture di produzione per far fronte alla domanda di servizio che risulta ancora inevasa, è rappresentata dalla giacenza finale omogeneizzata delle Aree di produzione2 al 31 dicembre 2018.
Per rafforzare ulteriormente l’aspetto dimensionale delle Strutture provinciali è stata inoltre considerata la produzione lorda omogeneizzata delle Aree di produzione2 2018.
- Il carico di lavoro complessivo
La costruzione del carico di lavoro complessivo consta, a questo punto, di tutte le componenti ritenute necessarie per un approccio che contemperi tanto il contesto sociale dell’ambito territoriale di riferimento, quanto il risultato delle analisi derivanti dal sistema di controllo di gestione interno.
Si è scelto di sommare tali componenti dando un’importanza maggiore alle risultanze esterne, ovvero applicando dei pesi così differenziati:
- Popolazione residente omogeneizzata 30%
- Carico di lavoro omogeneizzato 30%
- Pervenuto medio annuo omogeneizzato negli ultimi tre anni delle Aree di produzione 30%
- Giacenza finale omogeneizzata delle Aree di produzione 5%
- Produzione omogeneizzata lorda delle Aree di produzione 5%”.
Non possiamo completare la relazione perché il documento è troppo pesante per l’invio, chi fosse interessato ad riceverlo completo, insieme alla ripartizione del personale, ci invii un’email a confsalunsa@inps.it.
Aspettiamo eventuali segnalazioni visto che abbiamo tre giorni di tempo per evidenziare aspetti e o anomalie e quindi chiedere un incontro in merito.
Roma 14 giugno 2019
Il Vice Segretario Nazionale Coord.Naz. EPNE Coordinatore Nazionale Confsal Unsa INPS
(Piergiuseppe Ciaraldi) (Sergio Peppetti)